Nella Palermo irrimediabilmente decaduta, dove ogni tanto
compaiono enormi piramidi di immondizia, e dove eppure ancora
si respira l'aria delle antiche aristocrazie, dei palazzi
nobiliari, degli ori e dei tessuti e degli stucchi, qui, e
solo qui, il viaggiatore conosce il labile confine delle
culture e la solitudine dell'isola.
Mangiare diventa un esercizio della curiosità: leggere
lingue, volti, paesi dentro i cibi. Comprendi, allora, meglio
Braudel assaggiando carni e pesci di questa città, comprendi
meglio come e perché, mentre gli uomini continuano a
scannarsi nel grande mattatoio del mondo, a tavola sapori
arabi e ebrei, occidentali e orientali, del nord e del sud,
abbiamo da tempo fatto la pace e si uniscano senza discordie
e senza guerre, ogni giorno, in piatti dai sapori superbi.
Qui, in questa ex ricovero di carrozze e cavalli trasformato
in un bel ristorante, comincio con le polpettine alle
melanzane, ottime, appoggiate come scogli in un mare di rossa
crema di pomodoro, e poi pasta con pesce e finocchietto,
buona, anche se avrei preferito un condimento bianco, e
invece la salsa di pomodoro stona un poco, ed è un peccato
perché sotto si avverte il matrimonio perfetto fra pesce ed
erba aromatica, e il finocchietto avrebbe bisogno di
esplodere in tutta la sua selvatica vitalità, invece di
essere prigioniero della solanacea.
Termino il pranzo con un semifreddo alla mandorla, ricoperto
di cioccolato fuso: degna conclusione di un buon pranzo, a
15 euro, in un ristorante di più che discreta qualità.
compaiono enormi piramidi di immondizia, e dove eppure ancora
si respira l'aria delle antiche aristocrazie, dei palazzi
nobiliari, degli ori e dei tessuti e degli stucchi, qui, e
solo qui, il viaggiatore conosce il labile confine delle
culture e la solitudine dell'isola.
Mangiare diventa un esercizio della curiosità: leggere
lingue, volti, paesi dentro i cibi. Comprendi, allora, meglio
Braudel assaggiando carni e pesci di questa città, comprendi
meglio come e perché, mentre gli uomini continuano a
scannarsi nel grande mattatoio del mondo, a tavola sapori
arabi e ebrei, occidentali e orientali, del nord e del sud,
abbiamo da tempo fatto la pace e si uniscano senza discordie
e senza guerre, ogni giorno, in piatti dai sapori superbi.
Qui, in questa ex ricovero di carrozze e cavalli trasformato
in un bel ristorante, comincio con le polpettine alle
melanzane, ottime, appoggiate come scogli in un mare di rossa
crema di pomodoro, e poi pasta con pesce e finocchietto,
buona, anche se avrei preferito un condimento bianco, e
invece la salsa di pomodoro stona un poco, ed è un peccato
perché sotto si avverte il matrimonio perfetto fra pesce ed
erba aromatica, e il finocchietto avrebbe bisogno di
esplodere in tutta la sua selvatica vitalità, invece di
essere prigioniero della solanacea.
Termino il pranzo con un semifreddo alla mandorla, ricoperto
di cioccolato fuso: degna conclusione di un buon pranzo, a
15 euro, in un ristorante di più che discreta qualità.
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