Uno dei miei cocktail preferiti è lo Stinger. Roberto Piovaticci, straordinario barman del Green Bar di Fano, lo mette a punto in un modo indimenticabile. La preparazione prevede solo tre ingredienti e, come tutte le cose in apparenza semplici, deve essere eseguito con attenzione.
E' uno short drink da after dinner e James Waller, una vera autorità in materia, lo definisce "un drink che tradizionalmente si beve per prepararsi al sonno", aggiungendo che "potreste considerarlo un soporifero molto più potente di un tè alla menta".
Le origini del cocktail non sono ben chiare, con certezza sappiamo che nel 1917 si beveva già e ne era stata codificata la ricetta da Tom Bullock, un barman afro-americano, nel suo "The Ideal Bartender".
Pare che lo Stinger sia diventato famoso negli Stati Uniti durante gli anni del proibizionismo, grazie al fatto che la menta mascherava l'alcol.
Stinger significa aculeo, e in senso figurato questo è un cocktail pungente sia per il sapore e il profumo della menta, sia perché, così pare, il drink era di gran moda nelle pettegole e pungenti conversazioni a bordo dei transatlantici in crociera.
Per un ottimo Stinger occorrono questi ingredienti:
7/10 (5 cl.) di Brandy (Cognac)
3/10 (2 ckl.) di Crème de Menthe bianca (Bols o De Kuyper o Moud)
Boston Shaker |
Old Fashioned |
Shaker. si filtra con lo Strainer versando il liquido nella Coppetta da Cocktail, precedentemente raffreddata con ghiaccio e ben scolata.
Esiste anche una versione on the rocks, servita nel bicchiere Old Fashioned. Inoltre, è possibile sostituire il Boston con un Mixing glass, mescolando gli ingredienti.
Solitamente nei bar si guarnisce con una ciliegina candita, ma nei ricettari non sono previste decorazioni.
Buona notte!
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